Ormai utilizzato in molti ambiti – anche nella versione “Nichel Free” – la storia del nichel è assai antica. Il nichel, in quanto metallo lucido, è sempre stato usato ma, le sue proprietà, sono ste adeguatamente sfruttate a partire dall’epoca moderna.
La storia del nichel si fa risalire ad almeno il 3500 a.C.: infatti, alcuni scavi archeologici in Siria, hanno portato alla luce dei bronzetti contenenti circa il 2% di nichel. Con certezza, però, abbiamo fonti che ne fanno risalire ad un uso “consapevole” al 1751: in questa data, infatti, il mineralogista svedese Axel Fredrik Cronstedt, tentando di estrarre rame dalla niccolite (cioè materiali contenenti del nichel – anche detti falso rame), ottenne invece un metallo dal colore bianco-argento che chiamò “nickhel” che ha origine dal termine tedesco Kupfernickel.
Invece, la prima moneta di nichel puro fu coniata nel 1881, mentre invece le monete con un misto di nichel e rame vennero emesse da tre sovrani del regno indo-greco nel 2° secolo a.C.
La storia del Nichel: il nome
Per quanto riguarda la storia del nichel, e in particolare del suo nome, esso ha una doppia origine: il nome deriva dallo svedese “Nickel”, che è un diminutivo di “Nikolaus”, un nome che nell’antichità veniva spesso associato ad una persona da poco, un ragazzo irrequieto, troppo pieno di vitalità oppure ad un folletto, un essere della mitologia nordica. Esiste, però, anche il derivato dalla parola tedesca “kupfernickel” (il rame del diavolo), perché i minatori, cercando il rame, trovavano spesso questo elemento e ne davano quindi la colpa ad un essere maligno che, facendo loro degli schermi, non gli faceva trovare ciò che volevano.
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